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Sport e “sistema”. Se Roma include, il territorio che fa? Riflessioni su una triste realtà…

442 voti favorevoli, 19 contrari e 51 astenuti. Con questa votazione, la Camera dei Deputati ha dato il via libera, nei giorni scorsi, al Recovery Plan ed è arrivato il disco verde alla risoluzione di maggioranza sulle comunicazioni del premier Mario Draghi in relazione al Pnrr. In quest’ultimo, ci sono da rilevare, finalmente, alcune attenzioni del Governo sullo sport.

“L’Italia da anni reclamava un piano sulle politiche sportive – ha dichiarato il presidente Draghi – con un miliardo di investimenti nel Pnrr da oggi lo sport ha piena dignità nelle politiche pubbliche del nostro Paese, anche per lo stretto legame che c’è tra l’attività sportiva, il benessere e la coesione sociale. Intendiamo potenziare le infrastrutture per lo sport e favorire le attività sportive a cominciare dalle prime classi delle scuole primarie – ha aggiunto il premier – delle infrastrutture sportive scolastiche beneficerà inoltre l’intera comunità territoriale, al di fuori dell’orario scolastico attraverso convenzioni e accordi con le stesse scuole, gli enti locali e le associazioni sportive e dilettantistiche locali”.

Perché abbiamo voluto ricordare con queste dichiarazioni le intenzioni del Governo? Se da un lato, a livello nazionale, Roma ha scelto di investire e, allo stesso tempo, tutelare le politiche sportive e chi si impegna a renderle operative, dall’altro, sul nostro territorio, c’è ancora chi pensa e opera in maniera diametralmente opposta. Purtroppo, è la triste realtà. L’amara constatazione che c’è chi, sedendo sulle poltrone di una Pubblica Amministrazione, non riesce ancora a scindere la politica, e tutti gli intrecci che essa porta, dallo sport che, invece, intrecci non ne dovrebbe avere, di nessun tipo. Almeno così dovrebbe essere. Più trascorre il tempo e sempre più ci si rende conto che c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe. Esiste un sistema, sempre molto articolato ma efficiente, che si muove in silenzio e in perfetto equilibrio. Talmente funzionale che ogni passo è preciso e diretto. Cosa intendiamo dire? Che chi ha voglia di promuovere lo sport sul territorio e contribuire a svolgere una sua funzione sociale, così come dovrebbero fare tutti gli operatori del settore, sul suo percorso può incontrare di tutto. Non c’è alcuna forma di tutela nei confronti di chi si adopera per compiere la sua “missione”, nemmeno se a beneficiare degli interventi sono i giovani. Nessun supporto, nessuna forma di collaborazione, nessuna possibilità di implementare i servizi, di adeguare gli impianti sportivi e di renderli finalmente funzionali e disponibili. Per chi, per scelta, è lontano dal “sistema” le porte sono e saranno chiuse. Per chi intende “investire”, sviluppare nuove opportunità e riqualificare il bene pubblico non si creano, o sarebbe meglio dire non si vogliono creare, le possibilità. Queste ultime, grazie a mani esperte, ci sono per il “sistema”, per chi ne fa parte e sino ad oggi ha utilizzato il bene comune come se fosse privato, per chi continua ad alzare la voce in maniera sempre più prepotente. Ma la cosa più sconcertante è scoprire che ad alzare la voce è chi, al contrario, dovrebbe sostenere coloro che intendono promuovere e tutelare lo sport sul territorio e che per farlo avrebbero bisogno magari di un supporto. E’ questo il risultato di quel sistema che nessuno conosce, nessuno vede, ma con cui qualcuno si sta scontrando. Ecco quale è la triste realtà! Ma le battaglie si combattono, in ogni sede, e il tempo ci dirà il resto. Per fortuna c’è ancora chi crede nei valori e nella difesa delle sue idee a differenza di chi ha scelto di “svendere” tutto, anche la sua dignità, di uomo e di amministratore, per continuare a circondarsi dei soliti “amici”. Forse dimenticavo… c’è il “sistema”! Quasi sicuramente molti dei lettori non avranno chiari alcuni riferimenti, ma rimandiamo alle prossime riflessioni con documenti e altri spunti interessanti che faranno capire all’opinione pubblica intrecci e paradossi di queste vicende.

Daniele G. Masciullo

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